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Chi entra in un rifugio deve ricordare che è ospite del C.A.I.. Sappia dunque comportarsi come tale, regoli la sua condotta in modo da non recare disturbo agli altri, non chieda più di quello che il rifugio (in quanto tale) e il gestore possono offrire. In piena stagione il lavoro del gestore di rifugio è assai faticoso e complicato, gli darai una mano se cercherai di essere il meno esigente possibile e avrai un po' di pazienza. Il gestore, da parte sua, deve ricordare che il rifugio del C.A.I. è la casa degli alpinisti; sappia dunque renderla ospitale e accogliente, sia premuroso e imparziale con tutti.
Dalle ore 23,00 alle ore 6,00 il gestore deve far osservare assoluto silenzio e farsi parte diligente per eliminare qualsiasi rumore e disturbo. L’ospite deve rispettare eventuali divieti indicati da specifici avvisi. Le norme generali del rifugio e dell’ostello vietano l’accesso ai locali di riposo indossando scarpe pesanti e utilizzando sistemi di illuminazione a fiamma libera. Vige inoltre il divieto di introdurre animali all’interno del rifugio, mentre una normativa del Club Alpino Italiano ha reso obbligatorio l’uso del sacco lenzuolo in tutti rifugi. Se non lo avete è possibile acquistarlo presso le Sezioni del C.A.I. o in rifugio.
● scarponcini da trekking
● pantaloni che siano leggeri ma caldi e comodi
● pantaloncini corti (opzionali e comunque sempre in aggiunta a quelli lunghi sono ottimi durante la marce estive)
● giacca a vento o mantellina
● impermeabile o gore-tex
● maglione (ottimi quelli in pile)
● berretto e guanti leggeri (non indispensabili ma spesso utili)
● piccolo pronto soccorso (con coltellino e accendino)
● pila
● viveri di conforto e borraccia
● maglia e calze di ricambio (opzionali ma utili)
Scegliete degli itinerari di durata e difficoltà al di sotto del vostro limite attuale. Lasciate sempre detto a qualcuno il luogo ove vi recate. Se non siete allenati cominciate con gradualità per poi aumentare difficoltà e durata dei percorsi. Non andate mai soli: il numero ideale sarebbe sopra le due persone che abbiano per lo meno lo stesso grado di allenamento.
Controllate sempre le previsioni meteorologiche. In caso di dubbio o difficoltà impreviste non esitate a tornare indietro. Non sovraccaricate lo zaino con cose spesso inutili e pesanti (scatolame, bottiglie di vetro, ecc.).
Non lasciate mai solo l'infortunato: almeno una persona del gruppo deve restare con lui.Recatevi al primo luogo ove è possibile telefonare; per fare uesto non sempre è necessario scendere: a volte si è a pochi minuti da un rifugio. Valutate quindi se non sia conveniente salire e telefonare da lì. Chiedete al posto telefonico il numero del Soccorso Alpino che opera nella località dove vi trovate.
Da anni ormai l'uso dell'elicottero come mezzo di soccorso alpino è divenuto una consuetudine. Sarà bene tuttavia rammentare alcune basilari regole di comportamento in caso di intervento con l'elicottero.Per la richiesta di soccorso ci si pone con le spalle al vento alzando ambedue le braccia a V (individuare un posto il più possibile pianeggiante e a sbalzo, (non in avvallamenti o presso cavi, tralicci o piante) ove consigliare l'atterraggio; solitamente comunque il pilota si regola in base alla sua esperienza. Se non si necessita aiuto si dispone un braccio verso l'alto e l'altro verso il basso. Nel caso dobbiate avvicinarvi o allontanarvi dal velivolo su un pendio, fatelo solo da valle (da monte sfiorereste pericolosamente le pale) e da posizione frontale: mantenetevi sempre in vista dell'equipaggio. Non portare sci o aggeggi lunghi in posizione verticale per non urtare le pale; evitare che nei pressi della zona di atterraggio ci siano oggetti che possano volar via e impigliarsi nel rotore. Salite e scendete evitando manovre brusche e attendete sempre gli ordini e le indicazioni del tecnico di bordo; non assiepatevi e non fate confusione.E infine un consiglio: anche in difficoltà, finché potete muovervi usate i vostri mezzi. L'elicottero non dovrebbe essere un taxi a disposizione di ogni mal di pancia o stortarella: una chiamata per un caso banale può distoglierlo momentaneamente da un intervento più urgente.